Il cinema giapponese negli ultimi vent’anni ha raggiunto una popolarità internazionale senza precedenti nella sua storia e i nomi di alcuni cineasti nipponici, tra i quali Tsukamoto Shin'ya, Miike Takashi, Sono Shion e Shimizu Takashi, sono ormai familiari a gran parte dei cinefili occidentali. Molti film, spesso invitati nei più prestigiosi festival cinematografici, sono oggi visionabili attraverso i tanti canali di internet, oltre che distribuiti in dvd o presentati da varie emittenti televisive. Si sono quindi moltiplicati in pochi anni siti e blog che dedicano ampio spazio a recensioni e commenti sulle loro specificità, ma a volte si evidenzia la mancanza di elementi che permettano di connettere coerentemente questi film tra loro e alla cultura del loro paese d’origine, una lacuna che questo libro tenta in parte di colmare. Il criterio seguito per la selezione dei contenuti e delle opere, qui divisi in quattro grandi ambiti a seconda dei “mostri” che li popolano — horror legato al mondo sovrannaturale, psycho-horror, scienza e tecnologia, B-movies in ambito yakuza ed erotico —, si riferisce alla cinematografia a cui ha accesso il pubblico occidentale; solo alla fine della compilazione di questo testo si è reso evidente che il leitmotiv delle opere trattate è la violenza, quasi sempre legata a un sostrato di solitudine e di incomunicabilità in cui la corsa tecnologica e produttiva, e la successiva crisi economica, ha esiliato molti individui. In quest’ottica, si tratta dunque di temi universali, il che aiuta a comprendere il motivo del successo internazionale di questo cinema.

Metamorfosi - Schegge di violenza nel nuovo cinema giapponese

NOVIELLI, Maria
2010-01-01

Abstract

Il cinema giapponese negli ultimi vent’anni ha raggiunto una popolarità internazionale senza precedenti nella sua storia e i nomi di alcuni cineasti nipponici, tra i quali Tsukamoto Shin'ya, Miike Takashi, Sono Shion e Shimizu Takashi, sono ormai familiari a gran parte dei cinefili occidentali. Molti film, spesso invitati nei più prestigiosi festival cinematografici, sono oggi visionabili attraverso i tanti canali di internet, oltre che distribuiti in dvd o presentati da varie emittenti televisive. Si sono quindi moltiplicati in pochi anni siti e blog che dedicano ampio spazio a recensioni e commenti sulle loro specificità, ma a volte si evidenzia la mancanza di elementi che permettano di connettere coerentemente questi film tra loro e alla cultura del loro paese d’origine, una lacuna che questo libro tenta in parte di colmare. Il criterio seguito per la selezione dei contenuti e delle opere, qui divisi in quattro grandi ambiti a seconda dei “mostri” che li popolano — horror legato al mondo sovrannaturale, psycho-horror, scienza e tecnologia, B-movies in ambito yakuza ed erotico —, si riferisce alla cinematografia a cui ha accesso il pubblico occidentale; solo alla fine della compilazione di questo testo si è reso evidente che il leitmotiv delle opere trattate è la violenza, quasi sempre legata a un sostrato di solitudine e di incomunicabilità in cui la corsa tecnologica e produttiva, e la successiva crisi economica, ha esiliato molti individui. In quest’ottica, si tratta dunque di temi universali, il che aiuta a comprendere il motivo del successo internazionale di questo cinema.
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