La genesi del romanzo storico di Scott mostra come, sullo sfondo di una evidente linea di continuità con la letteratura e la cultura del secolo precedente, l’ invenzione del romanzo storico nacque da un ripensamento sul ruolo delle emozioni nei processi conoscitivi. Il ripensamento fu certo occasionato dal mare di lacrime che sommerse la letteratura europea nella seconda metà del ‘700, ma segnò una frattura con la cultura del secolo dei lumi e della sensibilità, e inaugurò piuttosto una linea estetica e una pratica letteraria nella quale mi pare consista – come proverò a illustrare – la più durevole eredità di una componente importante della rivoluzione romantica. Il romanzo storico scottiano nasce proprio da una sorta di programmatica equidistanza sia dalla estrema specializzazione scientifica di cui il passato era fatto oggetto dal sapere antiquario, sia – all’opposto - dall’uso del passato come riserva inesauribile di meraviglioso di cui nutrire la sensibilità moderna. E prendendo le distanze da questi due modi di relazionarsi al passato che gli sembravano, seppur per opposti motivi, entrambi difettosi, Scott inaugurò una nuova estetica del primato delle emozioni nei processi conoscitivi, e del particolare storico, dell’umile, del piccolo come luogo della verità, che avrebbero dominato, in una forma o nell’altra, o in entrambe, una linea importante della letteratura e della riflessione estetica dell’Ottocento ( W.Wordsworth, John Ruskin, George Eliot, Thomas Hardy).

" Scott, la genesi del romanzo storico e l’eredità del romanticismo: l’emozione e il particolare nei processi conoscitivi"

VILLARI, Enrica
2015-01-01

Abstract

La genesi del romanzo storico di Scott mostra come, sullo sfondo di una evidente linea di continuità con la letteratura e la cultura del secolo precedente, l’ invenzione del romanzo storico nacque da un ripensamento sul ruolo delle emozioni nei processi conoscitivi. Il ripensamento fu certo occasionato dal mare di lacrime che sommerse la letteratura europea nella seconda metà del ‘700, ma segnò una frattura con la cultura del secolo dei lumi e della sensibilità, e inaugurò piuttosto una linea estetica e una pratica letteraria nella quale mi pare consista – come proverò a illustrare – la più durevole eredità di una componente importante della rivoluzione romantica. Il romanzo storico scottiano nasce proprio da una sorta di programmatica equidistanza sia dalla estrema specializzazione scientifica di cui il passato era fatto oggetto dal sapere antiquario, sia – all’opposto - dall’uso del passato come riserva inesauribile di meraviglioso di cui nutrire la sensibilità moderna. E prendendo le distanze da questi due modi di relazionarsi al passato che gli sembravano, seppur per opposti motivi, entrambi difettosi, Scott inaugurò una nuova estetica del primato delle emozioni nei processi conoscitivi, e del particolare storico, dell’umile, del piccolo come luogo della verità, che avrebbero dominato, in una forma o nell’altra, o in entrambe, una linea importante della letteratura e della riflessione estetica dell’Ottocento ( W.Wordsworth, John Ruskin, George Eliot, Thomas Hardy).
2015
" ‘C'è del metodo in questa follia’. L'irrazionale nella letteratura romantica"
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