La presente raccolta di saggi intende condensare ricerche e approcci differenziati i accomunati dall’interpretazione di fenomeni caratterizzati intersezione tra testo e immagine. La predominanza nel Novecento (e oltre il Novecento) di estetiche improntate da una tendenza all’iconicità prioritaria era emersa con particolare insistenza in indagini (condotte da chi scrive e all’interno di occasioni e di ricerca e di didattica interdisciplinari) volte a mettere in rapporto l’eredità del magischer realismus e della nuova oggettività degli anni Venti. In particolare il focus è stato posto sopra il realismo magico ibero-americano, in una corrente di apporti in cui surrealismo, neorealismo e iperrealismo rinnovavano a ondate successive (talora in direzione inversa est-ovest / ovest –est dell’oceano Atlantico) l’appartenenza a una comune sorgente metafisica ed “europea” incline a generare narrazioni figurativo-fantastiche sottoposte a una logica alternativa (vd. come campione eloquente il binomio Saramago-Escher, quale enucleato nell’articolo di Katiuscia Darici). In questo processo di ardua ricostruzione filogenetica è stato sottolineata dovutamente la funzione di mediazione rivestita dal cinema, a ridosso di istanze della produzione culturale a livello industriale e come effetto di strategie di allargamento dei contenuti artistici a un pubblico di massa. In quest’ambito si è imposta un’attenzione correlativa al fumetto inteso come medium grafico e vettore di trasmissione di forme dell’immaginario sociale attraverso l’elaborazione progressiva di formule seriali in trasposizioni o in graphic novel originali. Il fumetto si affianca quindi in qualche modo al cinema, non senza evitare di sovrapporsi ad esso proponendo ibridazioni avvincenti. Il saggio di Fabrizio Foni (che si ringrazia per l’impegno stimolante e competente assicurato alla buona riuscita di questa iniziativa editoriale) dedicato alla riscrittura in Dylan Dog della sequenza di Un chien andalou (1929) di Buñuel si propone come il nucleo essenziale di un metadiscorso intenzionato a portare alla luce aspetti connessi a processi di durata ben maggiore dell’effetto istantaneo della comunicazione di massa che si sia avvalsa delle nuove tecnologie e delle forme emergenti di diffusione dei principi della graphic novel. Occasionale, nel senso affermativo sopra accennato, ma non privo di motivazioni diacroniche il raccordo tra la scrittura di Salgari (sensibile alle trasposizioni indicate da Claudio Gallo e dallo stesso Foni nei loro studi) e quell’insorgenza del graphic romance nell’esperienza argentina di Hugo Pratt a contatto con il pubblico già multiculturale della historieta argentina (vedi l’articolo di Alice Favaro). D’altro canto l’esotismo di Salgari non aveva trascurato le Americhe e l’America Latina, come soggetti storici, mitici o con attenzione singolare alla contemporaneità (per es. Il tesoro del presidente del Paraguay, 1894). Letti nelle stive delle navi dagli emigranti, i libri di Salgari (e di Motta) vennero stampati anche in America Latina. Contaminazione e, più che gusto, scaltrita tecnica della trasposizione parodistica si riscontrano sia negli illustratori e interpreti di Salgari di eccezionale impatto mediatico, come Walter Molino (1915-1997), sia nella tradizione notevole della Disney Italia prima con Sergio Toppi (1932-1912), quindi con Giorgio Cavazzano (maestri a quali sono dedicati rispettivamente i contributi di Stefano Trovato e Daniele Zangirolami).

Dal realismo magico al fumetto

SCARSELLA, Alessandro
2012-01-01

Abstract

La presente raccolta di saggi intende condensare ricerche e approcci differenziati i accomunati dall’interpretazione di fenomeni caratterizzati intersezione tra testo e immagine. La predominanza nel Novecento (e oltre il Novecento) di estetiche improntate da una tendenza all’iconicità prioritaria era emersa con particolare insistenza in indagini (condotte da chi scrive e all’interno di occasioni e di ricerca e di didattica interdisciplinari) volte a mettere in rapporto l’eredità del magischer realismus e della nuova oggettività degli anni Venti. In particolare il focus è stato posto sopra il realismo magico ibero-americano, in una corrente di apporti in cui surrealismo, neorealismo e iperrealismo rinnovavano a ondate successive (talora in direzione inversa est-ovest / ovest –est dell’oceano Atlantico) l’appartenenza a una comune sorgente metafisica ed “europea” incline a generare narrazioni figurativo-fantastiche sottoposte a una logica alternativa (vd. come campione eloquente il binomio Saramago-Escher, quale enucleato nell’articolo di Katiuscia Darici). In questo processo di ardua ricostruzione filogenetica è stato sottolineata dovutamente la funzione di mediazione rivestita dal cinema, a ridosso di istanze della produzione culturale a livello industriale e come effetto di strategie di allargamento dei contenuti artistici a un pubblico di massa. In quest’ambito si è imposta un’attenzione correlativa al fumetto inteso come medium grafico e vettore di trasmissione di forme dell’immaginario sociale attraverso l’elaborazione progressiva di formule seriali in trasposizioni o in graphic novel originali. Il fumetto si affianca quindi in qualche modo al cinema, non senza evitare di sovrapporsi ad esso proponendo ibridazioni avvincenti. Il saggio di Fabrizio Foni (che si ringrazia per l’impegno stimolante e competente assicurato alla buona riuscita di questa iniziativa editoriale) dedicato alla riscrittura in Dylan Dog della sequenza di Un chien andalou (1929) di Buñuel si propone come il nucleo essenziale di un metadiscorso intenzionato a portare alla luce aspetti connessi a processi di durata ben maggiore dell’effetto istantaneo della comunicazione di massa che si sia avvalsa delle nuove tecnologie e delle forme emergenti di diffusione dei principi della graphic novel. Occasionale, nel senso affermativo sopra accennato, ma non privo di motivazioni diacroniche il raccordo tra la scrittura di Salgari (sensibile alle trasposizioni indicate da Claudio Gallo e dallo stesso Foni nei loro studi) e quell’insorgenza del graphic romance nell’esperienza argentina di Hugo Pratt a contatto con il pubblico già multiculturale della historieta argentina (vedi l’articolo di Alice Favaro). D’altro canto l’esotismo di Salgari non aveva trascurato le Americhe e l’America Latina, come soggetti storici, mitici o con attenzione singolare alla contemporaneità (per es. Il tesoro del presidente del Paraguay, 1894). Letti nelle stive delle navi dagli emigranti, i libri di Salgari (e di Motta) vennero stampati anche in America Latina. Contaminazione e, più che gusto, scaltrita tecnica della trasposizione parodistica si riscontrano sia negli illustratori e interpreti di Salgari di eccezionale impatto mediatico, come Walter Molino (1915-1997), sia nella tradizione notevole della Disney Italia prima con Sergio Toppi (1932-1912), quindi con Giorgio Cavazzano (maestri a quali sono dedicati rispettivamente i contributi di Stefano Trovato e Daniele Zangirolami).
2012
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