Al centro dell'articolo è una riflessione sul tema della cosiddetta imparzialità confessionale, e - più in particolare - sugli scambi, sui passaggi e sui “prestiti” culturali tra mondo cattolico e mondo protestante europeo nella cosiddetta età confessionale. Concentrandomi in particolare sul pietismo tedesco, di matrice luterana e riformata, in quella fase storica che Paul Hazard aveva definito di “crisi della coscienza europea”, propongo di indagare questa dimensione di imparzialità confessionale in termini di Kulturtransfer, guardando cioè: 1. alla produzione, alla circolazione e alla traduzione di testi; 2. ai contesti sociali e culturali della loro riproposizione in ambiti linguistici e confessionali diversi da quelli di origine; 3. alle (fondamentali) figure di brokers, ossia di mediatori che entrano in gioco a vario titolo in queste operazioni di “innesto” culturale; 3. ai networks, alle reti di relazioni tra gruppi e individui che questi processi di trasmissione culturale disegnano. Mi soffermo sull’opera di Gottfried Arnold (1666-1714), autore della monumentale Storia imparziale delle chiese e degli eretici (edita per la prima volta a Francoforte tra il 1699 e il 1700), oltre che editore e traduttore di testi mistici. La seconda parte del saggio è dedicato a un network interconfessionale che faceva capo alla città di Halle e ad August Hermann Francke (1663- 1727), uno dei padri del pietismo luterano. È emersa la centralità di figure come Heinrich Wilhelm Ludolf (1655-1712) – la cui riflessione ruota intorno al concetto di „chiesa universale“ - e il suo corrispondente italiano Francesco Bellisomi (n. 1663), processato a più riprese dall’Inquisizione romana e in fama (poi rivelatasi erronea) di essersi infine convertito al luteranesimo.
Ecclesia Universa: “Imparzialità” confessionale e transfer culturali tra Sei e Settecento. Note su una ricerca in corso
MALENA, Adelisa
2015-01-01
Abstract
Al centro dell'articolo è una riflessione sul tema della cosiddetta imparzialità confessionale, e - più in particolare - sugli scambi, sui passaggi e sui “prestiti” culturali tra mondo cattolico e mondo protestante europeo nella cosiddetta età confessionale. Concentrandomi in particolare sul pietismo tedesco, di matrice luterana e riformata, in quella fase storica che Paul Hazard aveva definito di “crisi della coscienza europea”, propongo di indagare questa dimensione di imparzialità confessionale in termini di Kulturtransfer, guardando cioè: 1. alla produzione, alla circolazione e alla traduzione di testi; 2. ai contesti sociali e culturali della loro riproposizione in ambiti linguistici e confessionali diversi da quelli di origine; 3. alle (fondamentali) figure di brokers, ossia di mediatori che entrano in gioco a vario titolo in queste operazioni di “innesto” culturale; 3. ai networks, alle reti di relazioni tra gruppi e individui che questi processi di trasmissione culturale disegnano. Mi soffermo sull’opera di Gottfried Arnold (1666-1714), autore della monumentale Storia imparziale delle chiese e degli eretici (edita per la prima volta a Francoforte tra il 1699 e il 1700), oltre che editore e traduttore di testi mistici. La seconda parte del saggio è dedicato a un network interconfessionale che faceva capo alla città di Halle e ad August Hermann Francke (1663- 1727), uno dei padri del pietismo luterano. È emersa la centralità di figure come Heinrich Wilhelm Ludolf (1655-1712) – la cui riflessione ruota intorno al concetto di „chiesa universale“ - e il suo corrispondente italiano Francesco Bellisomi (n. 1663), processato a più riprese dall’Inquisizione romana e in fama (poi rivelatasi erronea) di essersi infine convertito al luteranesimo.File | Dimensione | Formato | |
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