La ricerca approfondisce il tema della documentazione di armi in Cadore, attraverso la considerazione dei documenti di Gherardo Ghirardini sui materiali ormai dispersi, messi in relazione con i rinvenimenti di Lagole di Calalzo e di Vallesella di Domegge. La situazione individua l’affermazione di una significativa presenza celtica tra IV e III sec. a.C. e ipotizza la congruità di un certo numero di reperti rinvenuti a Lagole che potrebbero aver fatto parte di un trofeo, sulla scorta dei diari di scavo di G.B. Frescura.

Ea quae bello ceperint plerumque devovent (caes. De Bello Gallico, VI, 17). Armi celtiche dal Santuario di Lagole di Calalzo e dal Cadore

GAMBACURTA, Giovanna
2001-01-01

Abstract

La ricerca approfondisce il tema della documentazione di armi in Cadore, attraverso la considerazione dei documenti di Gherardo Ghirardini sui materiali ormai dispersi, messi in relazione con i rinvenimenti di Lagole di Calalzo e di Vallesella di Domegge. La situazione individua l’affermazione di una significativa presenza celtica tra IV e III sec. a.C. e ipotizza la congruità di un certo numero di reperti rinvenuti a Lagole che potrebbero aver fatto parte di un trofeo, sulla scorta dei diari di scavo di G.B. Frescura.
2001
I Celti in Carnia e nell’arco alpino centro-orientale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/3686570
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