Gaetano Mosca è il primo grande pensatore italiano che ha fatto della nozione di ‘classe dirigente’ uno degli assi portanti della propria dottrina politica. Eppure, com’è noto, risiede altrove la principale ragione della sua fortuna come fondatore della scienza politica novecentesca, ossia nella teoria della ‘classe politica’. Era questo il sintagma prediletto da Mosca, palermitano del 1858, cresciuto in una famiglia medio borghese, novarese nel ramo paterno. Tuttavia l’opera moschiana – che ha percorso oltre cinquant’anni di storia italiana e si è dipanata lungo una vastità e una pluralità di questioni, qui ovviamente impossibili da esaurire – include anche diversi contributi al tema vicino, ma distinto, delle classi dirigenti. Contributi di notevole rilievo, da un lato, per la loro marcata originalità e, dall’altro, per la loro organicità rispetto a un paradigma ermeneutico che avrà larga influenza sul pensiero politico del Novecento. Dopo una breve presentazione dell’approccio moschiano al cosiddetto ‘principio minoritario’, le pagine seguenti tenteranno di ripercorrere l’evoluzione, entro l’opera dello studioso siciliano, della distinzione tra l’idea di classe politica e quella di classe dirigente, illustrandone poi in sequenza gli aspetti lato sensu normativi, i presupposti storici e gli inconvenienti legati alla trascuratezza di questi ultimi.

Gaetano Mosca e il problema dell'«immanenza necessaria» delle classi dirigenti

Giulio Azzolini
2016-01-01

Abstract

Gaetano Mosca è il primo grande pensatore italiano che ha fatto della nozione di ‘classe dirigente’ uno degli assi portanti della propria dottrina politica. Eppure, com’è noto, risiede altrove la principale ragione della sua fortuna come fondatore della scienza politica novecentesca, ossia nella teoria della ‘classe politica’. Era questo il sintagma prediletto da Mosca, palermitano del 1858, cresciuto in una famiglia medio borghese, novarese nel ramo paterno. Tuttavia l’opera moschiana – che ha percorso oltre cinquant’anni di storia italiana e si è dipanata lungo una vastità e una pluralità di questioni, qui ovviamente impossibili da esaurire – include anche diversi contributi al tema vicino, ma distinto, delle classi dirigenti. Contributi di notevole rilievo, da un lato, per la loro marcata originalità e, dall’altro, per la loro organicità rispetto a un paradigma ermeneutico che avrà larga influenza sul pensiero politico del Novecento. Dopo una breve presentazione dell’approccio moschiano al cosiddetto ‘principio minoritario’, le pagine seguenti tenteranno di ripercorrere l’evoluzione, entro l’opera dello studioso siciliano, della distinzione tra l’idea di classe politica e quella di classe dirigente, illustrandone poi in sequenza gli aspetti lato sensu normativi, i presupposti storici e gli inconvenienti legati alla trascuratezza di questi ultimi.
2016
29
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