La mostra offre per la prima volta al pubblico la possibilità di apprezzare quaranta opere di Arturo Martini provenienti tutte dalla prestigiosa collezione dell’avvocato Costantino Barile (Albisola 1886 – 1968), l’illustre studioso di storia della ceramica ligure che ha conosciuto direttamente l’artista trevigiano e che ha collezionato, a fianco delle maioliche antiche, le creazioni dello scultore che più di ogni altro, prima di Lucio Fontana, si è impegnato in Liguria a rinnovare il linguaggio artistico della tradizione. Duplice quindi l’interesse della mostra: da un lato c’è l’opportunità, dopo molti anni, di vedere un numero elevato di ceramiche e terrecotte dello scultore con una provenienza eccellente; dall’altro si potrà verificare quanto alta fosse la considerazione che attorniava l’artista, dal momento che a collezionare le sue opere è un ceramologo di fama, che ha nella sua casa le maioliche “azzurre” della tradizione ligure accanto alla produzione moderna di uno scultore a volte anche imprevedibile. Le opere esposte appartengono tutte alla prima maturità dell’artista che si muove, dalla metà degli anni ‘20, con grande agilità tra sculture anche di grandi dimensioni, in gesso, ma che sta testando le possibilità della ceramica per proporsi sia come grande affabulatore, come narratore fantasioso, libero da schemi, sia come artista sperimentale, aperto alle potenzialità tattili e coloristiche della creta, inventore di nuove proposte, di idee impreviste e stimolanti. Per far questo, Martini si affida da un lato alla sua esperienza accumulata fin dagli anni giovanili, nelle manifatture di Treviso; dall’altro, egli si è voluto aggiornare sul gusto del momento e per far questo si è appositamente recato a Parigi per visitare la grande Esposizione delle Arti Decorative del 1925, dove trionfa lo stile déco.

Arturo Martini. Magia della ceramica

stringa
2018-01-01

Abstract

La mostra offre per la prima volta al pubblico la possibilità di apprezzare quaranta opere di Arturo Martini provenienti tutte dalla prestigiosa collezione dell’avvocato Costantino Barile (Albisola 1886 – 1968), l’illustre studioso di storia della ceramica ligure che ha conosciuto direttamente l’artista trevigiano e che ha collezionato, a fianco delle maioliche antiche, le creazioni dello scultore che più di ogni altro, prima di Lucio Fontana, si è impegnato in Liguria a rinnovare il linguaggio artistico della tradizione. Duplice quindi l’interesse della mostra: da un lato c’è l’opportunità, dopo molti anni, di vedere un numero elevato di ceramiche e terrecotte dello scultore con una provenienza eccellente; dall’altro si potrà verificare quanto alta fosse la considerazione che attorniava l’artista, dal momento che a collezionare le sue opere è un ceramologo di fama, che ha nella sua casa le maioliche “azzurre” della tradizione ligure accanto alla produzione moderna di uno scultore a volte anche imprevedibile. Le opere esposte appartengono tutte alla prima maturità dell’artista che si muove, dalla metà degli anni ‘20, con grande agilità tra sculture anche di grandi dimensioni, in gesso, ma che sta testando le possibilità della ceramica per proporsi sia come grande affabulatore, come narratore fantasioso, libero da schemi, sia come artista sperimentale, aperto alle potenzialità tattili e coloristiche della creta, inventore di nuove proposte, di idee impreviste e stimolanti. Per far questo, Martini si affida da un lato alla sua esperienza accumulata fin dagli anni giovanili, nelle manifatture di Treviso; dall’altro, egli si è voluto aggiornare sul gusto del momento e per far questo si è appositamente recato a Parigi per visitare la grande Esposizione delle Arti Decorative del 1925, dove trionfa lo stile déco.
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