Theodor W. Adorno e Martin Heidegger, passati alla storia come i due grandi nemici della filosofia tedesca del XX secolo. La vicenda è delle più affascinanti: lo scontro tra due esperienze di pensiero che su fronti decisamente contrapposti, almeno in apparenza, hanno segnato le sorti della filosofia contemporanea. Adorno, il pensatore che per tutta la vita ha cercato di rintracciare le cause del totalitarismo impostosi nella contemporaneità, il filosofo per il quale persino scrivere poesia è barbaro dopo Auschwitz; Heidegger, il grande protagonista della ripresa della questione dell'essere, che si è macchiato di una compromissione con il regime nazista, e ciò nonostante più di ogni altro ha influenzato le generazioni a venire. Ma come sempre accade nel caso di rivalità mai sopite, questa storia è anche quella degli equivoci e delle resistenze che forse troppo hanno allontanato le posizioni dei due filosofi, impedendo per anni un'analisi più approfondita. Questo volume porta finalmente a realizzazione un incontro teorico da tanto tempo atteso. Mai fino ad ora, infatti, quel confronto era stato fatto oggetto delle interpretazioni differenti di autorevoli studiosi, che andando oltre gli slogan e le appartenenze ideologiche hanno messo a fuoco i problemi teorici sui quali si concentra un incontro tuttavia mancato: l'ontologia, la dialettica, il linguaggio, la soggettività, la teoria della modernità, la società, la tecnica, l'etica e l'estetica. Il risultato apre una prospettiva interpretativa che, al di là della diversità dei linguaggi tra i due pensatori, basata sulla comune critica al primato del concetto e alla razionalità che ha caratterizzato lo sviluppo della civiltà occcidentale. Introduzione di Alessandro Bellan e Lucio Cortella. Con un saggio di Jürgen Habermas.

Adorno e Heidegger. Soggettività, arte, esistenza

CORTELLA, Lucio;RUGGENINI, Mario;BELLAN, Alessandro
2005-01-01

Abstract

Theodor W. Adorno e Martin Heidegger, passati alla storia come i due grandi nemici della filosofia tedesca del XX secolo. La vicenda è delle più affascinanti: lo scontro tra due esperienze di pensiero che su fronti decisamente contrapposti, almeno in apparenza, hanno segnato le sorti della filosofia contemporanea. Adorno, il pensatore che per tutta la vita ha cercato di rintracciare le cause del totalitarismo impostosi nella contemporaneità, il filosofo per il quale persino scrivere poesia è barbaro dopo Auschwitz; Heidegger, il grande protagonista della ripresa della questione dell'essere, che si è macchiato di una compromissione con il regime nazista, e ciò nonostante più di ogni altro ha influenzato le generazioni a venire. Ma come sempre accade nel caso di rivalità mai sopite, questa storia è anche quella degli equivoci e delle resistenze che forse troppo hanno allontanato le posizioni dei due filosofi, impedendo per anni un'analisi più approfondita. Questo volume porta finalmente a realizzazione un incontro teorico da tanto tempo atteso. Mai fino ad ora, infatti, quel confronto era stato fatto oggetto delle interpretazioni differenti di autorevoli studiosi, che andando oltre gli slogan e le appartenenze ideologiche hanno messo a fuoco i problemi teorici sui quali si concentra un incontro tuttavia mancato: l'ontologia, la dialettica, il linguaggio, la soggettività, la teoria della modernità, la società, la tecnica, l'etica e l'estetica. Il risultato apre una prospettiva interpretativa che, al di là della diversità dei linguaggi tra i due pensatori, basata sulla comune critica al primato del concetto e alla razionalità che ha caratterizzato lo sviluppo della civiltà occcidentale. Introduzione di Alessandro Bellan e Lucio Cortella. Con un saggio di Jürgen Habermas.
2005
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