Di Goliarda Sapienza, autrice del grande romanzo L’arte della gioia con protagonista Modesta, la più grande personaggia del 900, si conoscono i libri, romanzi, poesie, racconti, ma si conosce meno, sfugge, che la scrittura sia stata per lei una scelta, nel mezzo del cammino della sua vita, straziante quanto salvifica. Una scelta che l’ha liberata da una vita che la soffocava, in cui non si riconosceva più, dalla morte che la rincorreva, da una depressione che pareva non conoscere arresto nella discesa. La scrittura come luogo in cui stare, come tempo in cui vivere. Una esistenza di scelte la sua: quelle dei suoi genitori sulla sua educazione; quella sua di lasciare la Sicilia per Roma per frequentare l’Accademia di Arte Drammatica ancora minorenne; di lasciare una vita agiata e una carriera riconosciuta nel teatro e nel cinema per rinascere dopo il baratro, rinascere nella scrittura e con tutte le difficoltà che questa scelta ha comportato. Guardare oggi l’opera e la vita di Goliarda Sapienza è aspettare un treno che è già passato da decenni: perché la sua esistenza e i suoi scritti sono sempre stati enormemente avanti rispetto ai tempi che hanno calcato, così avanti che oggi pare normale che la sua poesia, la sua prosa, le sue scelte allora non venissero capite e talvolta derise, di come sia morta quasi sconosciuta al mondo letterario e incompresa. Anche oggi, in questo decennio che il prossimo anno vede il centenario della sua nascita, pare di stare su un binario e di respirare la polvere lasciata dal fenomeno Goliarda verso il futuro. Ma questo binario è abitato da moltissime persone che la amano e la leggono, da molti suoi personaggi e personagge che rivendicano la loro esistenza, di un mondo di donne che la devono incontrare e con lei stare nell’arte della gioia. Il calendario non ha seguito Goliarda, è sempre rimasto indietro, ma noi ora la possiamo raccontare e in tal modo raggiungere e guardare negli occhi attraverso le sue parole e le sue scelte. Anche con e grazie a Modesta.

Il calendario non mi segue. Goliarda Sapienza

Toscano, Anna
2023-01-01

Abstract

Di Goliarda Sapienza, autrice del grande romanzo L’arte della gioia con protagonista Modesta, la più grande personaggia del 900, si conoscono i libri, romanzi, poesie, racconti, ma si conosce meno, sfugge, che la scrittura sia stata per lei una scelta, nel mezzo del cammino della sua vita, straziante quanto salvifica. Una scelta che l’ha liberata da una vita che la soffocava, in cui non si riconosceva più, dalla morte che la rincorreva, da una depressione che pareva non conoscere arresto nella discesa. La scrittura come luogo in cui stare, come tempo in cui vivere. Una esistenza di scelte la sua: quelle dei suoi genitori sulla sua educazione; quella sua di lasciare la Sicilia per Roma per frequentare l’Accademia di Arte Drammatica ancora minorenne; di lasciare una vita agiata e una carriera riconosciuta nel teatro e nel cinema per rinascere dopo il baratro, rinascere nella scrittura e con tutte le difficoltà che questa scelta ha comportato. Guardare oggi l’opera e la vita di Goliarda Sapienza è aspettare un treno che è già passato da decenni: perché la sua esistenza e i suoi scritti sono sempre stati enormemente avanti rispetto ai tempi che hanno calcato, così avanti che oggi pare normale che la sua poesia, la sua prosa, le sue scelte allora non venissero capite e talvolta derise, di come sia morta quasi sconosciuta al mondo letterario e incompresa. Anche oggi, in questo decennio che il prossimo anno vede il centenario della sua nascita, pare di stare su un binario e di respirare la polvere lasciata dal fenomeno Goliarda verso il futuro. Ma questo binario è abitato da moltissime persone che la amano e la leggono, da molti suoi personaggi e personagge che rivendicano la loro esistenza, di un mondo di donne che la devono incontrare e con lei stare nell’arte della gioia. Il calendario non ha seguito Goliarda, è sempre rimasto indietro, ma noi ora la possiamo raccontare e in tal modo raggiungere e guardare negli occhi attraverso le sue parole e le sue scelte. Anche con e grazie a Modesta.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/5056823
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