Francesco Personi, pittore, letterato e critico d’arte veronese

Through the analysis of unpublished documents and materials, the essay focuses on the multifaceted figure of Francesco Personi (1754-1843), contextualising his work in the artistic and cultural panorama of Verona in the late eighteenth and early nineteenth centuries. The discovery of a rare painting by Personi, signed and dated 1795, provides a starting point for reconstructing his character as a painter and draughtsman, trained first in his native city, under the guidance of Francesco Lorenzi, and later in Venice. The attribution of the Portrait of the Architect Giuseppe Barbieri (Verona, Galleria d'Arte Moderna), assigned to him after the Second World War, but in reality a work by Lorenzo Muttoni, is here rectified. Officially employed as an archivist of the State during the French and Austrian dominations, he also cultivated a passion for literature and art criticism, frequenting the politically conservative salon of casa Orti. A supporter of the classicist doctrine, he composed texts in prose and, above all, verse, the latter dedicated to several of the major Veronese artists and collectors of the time.

Il saggio, attraverso l’analisi di documenti e materiali inediti, si sofferma sulla figura poliedrica di Francesco Personi (1754-1843), contestualizzandone l’operato nel panorama artistico e culturale veronese del tardo Settecento e dei decenni iniziali dell’Ottocento. L’individuazione di un suo raro dipinto, firmato e datato 1795, ha offerto l’aggancio per ricostruirne la fisionomia di pittore e disegnatore, formatosi dapprima nella città natale, sotto la guida di Francesco Lorenzi, e quindi a Venezia. Le ricerche svolte hanno consentito, peraltro, di rettificare l’attribuzione del Ritratto dell’architetto Giuseppe Barbieri (Verona, Galleria d’Arte Moderna), riferitogli nel secondo dopoguerra, ma in realtà lavoro di Lorenzo Muttoni. Ufficialmente impiegato, nell’età del dominio francese e austriaco, come archivista del Demanio, egli coltivò anche la passione per la letteratura e per la critica d’arte, frequentando il salotto conservatore di casa Orti. Sostenitore della dottrina classicista, compose testi in prosa ma, soprattutto, in versi, questi ultimi dedicati ad alcuni tra i maggiori artisti e collezionisti veronesi del tempo.