Prendendo come punto di partenza l’importanza dell’oralità e la sua recente ri-concettualizzazione in molte culture e ambiti di ricerca, questo studio ambisce a esplorare i confini tra la traduzione e le altre forme di ri-scrittura, ri-elaborazione o rappresentazione del testo di partenza.1 Nuove chiavi di lettura possono infatti emergere approfondendo le questioni legate alla rappresentazione dell’alterità, all’affermazione di voci dissidenti nella storiografia e nella letteratura mainstream, e alla somatica del dialogo inter-linguistico. In particolare, l’obiettivo di questa ricerca è duplice: da una parte, si intende indagare il valore interculturale dell’interfaccia oralità/scrittura nella pratica traduttiva di Joyce Lussu (1912-1998), scrittrice, poetessa, giornalista, attivista, militante antifascista, partigiana e traduttrice di origini anglo-italiane2; dall’altra, esaminare come il potere performativo delle sue traduzioni dia forma a una nuova cornice teorica per uno studio della traduzione in cui oralità e studi postcoloniali sono strettamente intrecciati con la linguistica performativa.

Joyce Lussu e il potere performativo della traduzione tra oralità e ri-scrittura interculturale

dora renna
2015-01-01

Abstract

Prendendo come punto di partenza l’importanza dell’oralità e la sua recente ri-concettualizzazione in molte culture e ambiti di ricerca, questo studio ambisce a esplorare i confini tra la traduzione e le altre forme di ri-scrittura, ri-elaborazione o rappresentazione del testo di partenza.1 Nuove chiavi di lettura possono infatti emergere approfondendo le questioni legate alla rappresentazione dell’alterità, all’affermazione di voci dissidenti nella storiografia e nella letteratura mainstream, e alla somatica del dialogo inter-linguistico. In particolare, l’obiettivo di questa ricerca è duplice: da una parte, si intende indagare il valore interculturale dell’interfaccia oralità/scrittura nella pratica traduttiva di Joyce Lussu (1912-1998), scrittrice, poetessa, giornalista, attivista, militante antifascista, partigiana e traduttrice di origini anglo-italiane2; dall’altra, esaminare come il potere performativo delle sue traduzioni dia forma a una nuova cornice teorica per uno studio della traduzione in cui oralità e studi postcoloniali sono strettamente intrecciati con la linguistica performativa.
2015
STUDI SULLA LETTERATURA, LA TRADUZIONE E LA GLOTTODIDATTICA Bari-Skopje 2015
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